Dopo una catechesi di Papa Francesco dedicata alla Legge di Mosè (11 agosto 2021), in cui, tra l’altro, il Papa diceva giustamente che «la Legge… non dà la vita, non offre il compimento della promessa, perché non è nella condizione di poterla realizzare», il Rabbino Rasson Arussi, Presidente della Commissione per gli Affari Interreligiosi del Gran Rabbinato di Israele, ha inviato una lettera al Papa chiedendo un chiarimento circa le sue espressioni, risultanti offensive al mondo ebraico. Cioè si considerava la Legge di Mosè obsoleta e si ritornava alla “dottrina del disprezzo” dei giudei. Il Card. Kurt Koch ha risposto a nome del Papa, ma complicando il problema. Il Papa, a suo dire, non aveva insegnato che «la Torah è sminuita o non più riconosciuta quale “via di salvezza per i giudei”». Sic! Ecco la toppa che strappa tutto il vestito. C’è dunque una via di salvezza per i giudei alternativa a Cristo? Ci sono due alleanze che si escludono a vicenda? Assurdo! Pur di coltivare rapporti di buon vicinato si omette di dire la Verità! Tuttavia, c’è un altro problema a monte e risiede nella dialettica tra legge e comandamenti posta da Francesco, che preparava la sua catechesi successiva secondo cui questi ultimi non sono assoluti!

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