Con la fede sottomettiamo l’intelligenza e la volontà a Dio. Crediamo con l’ausilio della ragione e dell’amore, scorgendo la presenza di Dio anche in mezzo a difficoltà e calamità varie. Più gli eventi contribuiscono a oscurare la presenza di Dio più dovremmo credere con una “fede pura”, scevra di sentimentalismi e di considerazioni carnali. Come la Vergine Maria che dal Calvario al Golgotha rimase unita a un Dio che tutti gli altri facevano fatica a riconoscere. Cosa succede invece oggi? Sappiamo riconoscere la presenza di Dio tra gli eventi difficili e umanamente così confusi come la presente epidemia? Dimenticando Dio tutto si risolve in un mero problema sanitario. Proprio qui il castigo divino sulle nostre intelligenze sempre più confuse?

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