I catari erano una setta di eretici medievali che a partire dall’XI secolo si diffuse soprattutto nel sud della Francia e nel nord Italia. Con radici manichee, postulavano due divinità all’origine del mondo: il dio buono e quello cattivo, ideatori chi dell’anima spirituale dell’uomo e chi del corpo. Nell’uomo vi era una divisione fondamentale risolvibile solo con una dura ascesi, la quale, tra le altre cose, prevedeva una continenza assoluta fino a condannare il matrimonio, più esecrando del libertinaggio. Seguivano un ferreo regime vegetariano nel cibo. Erano anche docetisti: consideravano l’umanità di Gesù mera apparenza, per cui la redenzione era un modo per spiritualizzarsi e innalzarsi in modo gnostico sopra gli altri. Condannavano anche la proprietà privata e la repressione dei delitti da parte dello Stato, tra cui la condanna alle pena di morte. La Madonna, ci dice il B. Alano della Rupe, consegnò a San Domenico di Guzman la missione di sconfiggere gli eretici con un’arma tutta particolare e non violenta: la recita del S. Rosario. Perché proprio il Rosario? Un esempio anche per i nostri giorni.

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