PERIODICO ANNO XIV. 2-2019

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EDITORIALE

Il ritorno del Nominalismo

Di Padre Serafino Lanzetta

Viviamo in una Chiesa dominata dal “secondo me”. Il sinodo sull’Amazzonia recentemente tenutosi a Roma dal 6 al 27 ottobre 2019 e più ampiamente la «conversione sinodale» voluta da Francesco sono diventati catalizzatori del soggettivismo dogmatico. Prova di ciò è il documento finale dell’ultimo Sinodo, in cui, dopo aver sottolineato l’importanza di una conversione sinodale per tutta la Chiesa secondo lo stile amazzonico, si arriva però a proporre dottrine nuove contro la dottrina della Fede e il suo sviluppo costante. «Per camminare uniti la Chiesa ha bisogno di una conversione pastorale, sinodalità del popolo di Dio sotto la guida dello Spirito in Amazzonia» (n. 86), recita il documento finale del Sinodo amazzonico, secondo la versione italiana ufficiosa offerta da L’Osservatore Romano, ma conforme all’originale spagnolo. La Chiesa intera avrebbe bisogno di una conversione sinodale per camminare uniti sotto la guida dello Spirito in Amazzonia. Qui si sta dicendo, con un lieve gioco di parole, che la Chiesa necessita una conversione amazzonica. Deve avere un volto amazzonico per una ragione molto pratica, cioè per istituire dei ministeri amazzonici, come attestano sistematicamente i tre documenti sinodali: quello preparatorio (cf nn. 12.14), l’Instrumentum laboris (cf nn. 107.116) e quello finale (cf nn. 86.92ss). Una conversione alla quale non si giunge pienamente senza aver prima invocato una «conversione sinodale» come tale, al fine di incoraggiare addirittura una «conversione del papato» secondo la richiesta di Evangelii gaudium (n. 32).

HISTORICA

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Alle radici di esoterismo e ritualità della Craft Freemasonry tra XVII e XVIII secolo

di Padre Paolo Siano, FI

Padre Siano prosegue nel sottolineare la presenza dell’esoterismo (inteso sia come metodo iniziatico per trasmettere “verità” agli adepti sia come un insieme di credenze e/o pratiche di tipo magico, gnostico, ermetistico…) nella nuova Massoneria britannica sin dalle sue origini sei-settecentesche. In questa puntata l’A. analizza le prime Costituzioni della Massoneria moderna, pubblicate a Londra nel 1723, redatte dal pastore presbiteriano James Anderson. Da un’attenta lettura di quelle Costituzioni emergono elementi di carattere esoterico. Anche vari opuscoli massonici del primo Settecento (Early Masonic Pamphlets) fanno ben capire come l’ambiente massonico del tempo sia profondamente segnato dall’esoterismo.

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PHILOSOPHICA

Kant-editoriale

Le passioni nell’antropologia tommasiana

di Umberto Galeazzi

Questo saggio risponde a una domanda centrale: «Il rapporto tra ragione e passioni è destinato a essere conflittuale, oppure è possibile arrivare a un governo razionale non repressivo, che consenta all’una e alle altre di concorrere alla vita buona dell’essere umano, alla sua piena realizzazione?». Per Kant vi è un’opposizione tra legge morale e inclinazioni alla sensibilità e perciò alle passioni che deriva dalla ragione. La moralità kantiana si realizza solo in opposizione alle inclinazioni sensibili, svalutate radicalmente e svuotate del loro connotato umano. Invece per l’Aquinate le passioni sono un elemento costitutivo dell’agire umano ordinato alla beatitudine in Dio per mezzo delle virtù e dei doni. San Tommaso deriva il concetto di moralità e di dovere dal bonum humanum inteso come pienezza di umanità.

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Amazzonia-editoriale

Dall’ “umanesimo integrale” all’ “ecologia integrale”

di Guido Vignelli

«Il personalismo si presenta come il “dogma della modernità”», scrive l’A. Nato in ambito della rivoluzione copernicana della conoscenza, cioè del primato del soggetto sull’oggetto, il Personalismo considera l’uomo sempre come persona, cioè come essere spirituale, dove spiritualità è spesso sinonimo di autocoscienza e autocreazione, come vuole Mounier. Si presuppone anche il pensiero kantiano secondo cui l’uomo è sempre fine e mai mezzo. Questo valore assoluto rende la persona superiore alla verità, al bene, al diritto e all’autorità. La persona si compie nella relazione con l’altro e con Dio. Il vero fine profetico a cui mira il Personalismo è dare vita a una comunità di persone, subordinando però il tutto alla parte, ma anche la parte al tutto. Di qui la sua debolezza.

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THEOLOGICA

Theologica-editoriale

“Dimensione mariana” della vita cristiana

di Padre Stefano M. Manelli, FI

Muovendo dall’assunto centrale secondo cui la dimensione mariana «è un patrimonio di grazia salvifica nell’anima del cristiano, devoto sincero di Maria Santissima», perché al dire di san Bonaventura, «nessuno può entrare in Paradiso se non passa per Maria che è la porta del Paradiso», il saggio passa in rassegna le manipolazioni e le contraffazioni storiche, antiche e recenti, del mistero di Maria. La Mariologia, scriveva R. Laurentin nel 1996, è stata ridotta a un “ectoplasma” e ciò dovuto a una critica teologica e biblica che di fatti ha smarrito finanche i presupposti di Fede. L’unica alternativa possibile a questo inverno rigido è la Mariologia dei santi, cioè quella Mariologia perenne che è «come il sole che si fa gioco della luce dei fuochi d’artificio».

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L’esercizio fondamentale che unisce gli altri esercizi, ovvero, il raccoglimento interiore per mezzo dell’esame di coscienza

di Padre Alessio Benigar, OFM

Questo saggio è una traduzione e leggera rivisitazione in lingua italiana (a cura della redazione della nostra rivista) di un’opera di grande valore teologico e spirituale del padre francescano A. Benigar, scomparso nel 1988. L’esame di coscienza è uno strumento di notevole importanza. Conoscersi ed esaminarsi alla luce di Dio è un esercizio che unifica tutte le attività dell’anima. Perciò, dice il padre Benigar, «affinché nella molteplicità delle azioni esterne e degli esercizi di devozione, l’anima non perda la semplicità e l’unità dell’attività dell’anima, e la mente non si divida né si distragga nei diversi esercizi esterni, è necessario uno strumento, o un esercizio unificante, che unisca tutta l’attività dell’uomo e tutti gli esercizi di devozione in un unico e costante impegno per acquisire la santità».

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COMMENTARIA

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Tradizioni petrine nella Roma del IV secolo: il caso dello Pseudo-Egesippo

di Chiara Chiessi

Nella ricerca da me effettuata e di cui presento in questo abstract solo una parte, mi sono occupata di analizzare le relazioni tra la Passione di Pietro e Paolo scritta dallo Pseudo-Egesippo e le tradizioni precedenti e coeve su Pietro a Roma.
Infatti, studiando questo rapporto, è possibile cercare di comprendere gli influssi che hanno portato l’autore a concepire e comporre il testo così come lo leggiamo attualmente, nonché cercare di collocare l’opera lungo l’evoluzione delle tradizioni sull’apostolo Pietro nell’Occidente latino, dove molte volte tali tradizioni sono state rielaborate e rifunzionalizzate in contesti di ricezione anche molto diversi tra loro, quanto a epoca, destinatari, situazioni politiche, concezioni dottrinali.

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RECENSIONES

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Recensioni

di Autori vari

  • S. Fontana, Esortazione o Rivoluzione. Tutti i problemi di Amoris lætitia
  • C. Siccardi, San Francesco. Una delle figure più deformate della storia
  • B. Giovanni Duns Scoto, Commento alle Sentenze
  • R. De Mattei, Trilogia romana

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