«Chiesa in uscita» o Uscita dalla Chiesa

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di Padre Serafino LanzettaAnno XIV. 1-2019 – sez. Theologica – p. 93-110

Questo saggio esamina in modo critico un concetto-chiave del­­l’insegnamento di papa Francesco: «Chiesa in uscita». Concetto che unisce la realtà con una figura. La realtà è la Chiesa, il mistero di fede rivelato da Dio in Cristo e costituito in modo gerarchico sugli Apostoli e sui loro successori; la figura che cerca di spiegare in modo nuovo la realtà è l’“uscita”, l’“uscire”, con allusione all’esodo di Israele dall’Egitto. Il fatto che una figura provi a spiegare la realtà e non il contrario rende complesso il discorso e perciò difficile la sua comprensione univoca. Di qui la difficoltà centrale nel poter chiarire cosa implichi questo “uscire” e come debba essere intesa la missione della Chiesa che esce.

Svilupperemo l’analisi in tre momenti. Vedremo cos’è secondo papa Francesco «Chiesa in uscita», come questo binomio vada a modificare sostanzialmente la missione della Chiesa e quindi le sue possibili ricadute ermeneutiche, aprendo per sé a una conflittualità interpretativa.

Chiesa in uscita: cos’è?

Francesco iniziò a parlare in modo sistematico di «Chiesa in uscita» nel documento programmatico del suo pontificato, Evangelii gaudium (nn. 20-24)[1], anche se piuttosto in termini ancora generali. Una definizione di «Chiesa in uscita» la troviamo al n. 24 di questo documento:

«La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano. “Primerear – prendere l’iniziativa”: vogliate scusarmi per questo neologismo. La comunità evangelizzatrice sperimenta che il Signore ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’amore (cfr 1Gv 4,10), e per questo essa sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi».

Al n. 49 di EG, invece, si ha un richiamo molto forte del Papa che collega l’uscita dalle proprie sicurezze con l’essere ferita e anche sporca della Chiesa:

«Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo. Ripeto qui per tutta la Chiesa ciò che molte volte ho detto ai sacerdoti e laici di Buenos Aires: preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita».

Queste considerazioni, però, fanno molto riflettere in un momento storico in cui la Chiesa, come non mai, versa in una crisi morale dalle proporzioni spaventose. Tirando una conclusione logica da queste parole, dovremmo pensare che Francesco preferisca una Chiesa sporca e deplorevole come quella presente, immersa in una crisi di abusi sessuali, più che una Chiesa che dalla chiarezza dottrinale e morale attinge la forza per servire il prossimo nella verità e nell’onestà?

Gli appunti di Benedetto XVI, scritti in vista del summit vaticano sugli abusi, tenutosi dal 21 al 24 febbraio 2019[2], per la prima volta hanno ricondotto il problema da un generico clericalismo alla sua vera radice che è il collasso teologico-morale in cui è piombata la Chiesa abbracciando in molti suoi esponenti le idee rivoluzionarie degli anni ’60. Papa Francesco al presente non sembra intenzionato a voler discutere le cause di questi abusi sessuali nella Chiesa, tra cui il vizio impuro e l’omosessualità giustificati in una visione teologico-morale soggettivista che ha portato a un relativismo pratico.

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[1]Papa Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, 24 novembre 2013 (abbrevieremo EG).
[2]Si veda questo articolo di S. Magister che oltre a fornire il testo di Benedetto XVI offre anche importanti dettagli circa l’origine e le vicende che hanno caratterizzato questo scritto esplosivo: http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/04/11/joseph-ratzinger-sugli-abusi-sessuali-nella-chiesa-“in-ultima-analisi-il-motivo-sta-nell’assenza-di-dio”/.

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