Il "fenomeno-Medugorje" al vaglio della Mariologia

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di Don Manfred HaukeAnno XIII. 2-2018 – sez. Theologica – p. 345-368

Una pastorale di Međugorje?
Osservazioni critiche di Manfred Hauke

Professor Hauke, l’arcivescovo Hoser, nuovo Visitatore Apostolico, ha recentemente affermato che i pellegrinaggi nella località della Bosnia-Erzegovina Međugorje sono conformi alle direttive del Concilio Vaticano II. Che cosa desume da questa dichiarazione? Come deve essere inquadrata?

Il 22 luglio, in occasione della sua prima predica in qualità di Visitatore Apostolico, l’arcivescovo Hoser ha sostenuto che la venerazione di Maria praticata nella parrocchia porrebbe al centro Cristo e corrisponderebbe pertanto all’insegnamento del Concilio Vaticano II. Tuttavia, non è compito dell’inviato papale esprimersi sull’autenticità delle asserite apparizioni mariane. Nell’intervista rilasciata il 18 agosto 2018 egli stesso aveva affermato che, non essendo suo compito, non si sarebbe occupato del contenuto delle “apparizioni”. Questa distinzione tra verità dei messaggi e cura delle anime non è soddisfacente: in primo luogo deve essere posta la questione dell’autenticità e solo allora può seguire la risposta pastorale (inclusa l’attenzione dovuta alle persone che visitano Međugorje).

Perché deve essere posta per prima la questione dell’autenticità?

Secondo il Concilio devono essere favorite le forme di venerazione mariana «raccomandate dal Magistero della Chiesa» (Lumen gentium, 67). Senza dubbio non corrisponde a questo parametro celebrare nuovamente, il prossimo 5 agosto, un festival della gioventù che si richiama al messaggio secondo cui la Madre di Dio avrebbe festeggiato il 5 agosto 1984 il suo duemillesimo compleanno (se fosse nata nell’anno 16 a.C. ciò significherebbe che Ella, nell’anno storico della nascita di Gesù, dunque nel 7 a.C., aveva 9 anni). Questo assurdo messaggio era stato diffuso dal padre Tomislav Vlasic, OFM, ridotto allo stato laicale nel 2009, che, tra DoDon l’altro, fu accusato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede di dubbio misticismo e di comportamenti contro il sesto Comandamento. Che l’autentica Madre di Dio possa suggerire in questo modo di modificare la data liturgica della festa della sua nascita (8 settembre) e di conseguenza di spostare anche la festa dell’Immacolata Concezione (8 dicembre), è ridicolo.

D’altro canto il Concilio Vaticano II sottolinea molto chiaramente la responsabilità del vescovo per la propria diocesi e l’obbedienza che gli è dovuta da parte dei fedeli (Lumen gentium, c. III). L’ordinario del luogo, al contrario, denuncia lo stabilimento di sedi di comunità religiose a Međugorje senza la sua autorizzazione scritta.

Da più di trent’anni affluiscono uomini e donne a Međugorje. L’arcivescovo Hoser indica come leitmotiv per i fedeli la ricerca di Cristo. È un modo per eludere la questione dell’autenticità delle apparizioni? A che serve la pubblicazione dei risultati delle indagini della Commissione, se la Chiesa di fatto dà il nulla osta all’organizzazione di pellegrinaggi?

L’attuale modo di affrontare il problema dovrebbe essere rivisto completamente: innanzitutto la Santa Sede dovrebbe pubblicare un comunicato che – fondato su fatti storici e chiarimenti teologici – dovrebbe esprimersi sul fenomeno delle pretese apparizioni; competente di ciò dovrebbe essere la Congregazione per la Dottrina della Fede. Soltanto in seguito bisognerebbe regolare le questioni pastorali che probabilmente, dopo la rivelazione dei fatti e degli scandali soggiacenti al fenomeno, si risolverebbero più facilmente.

Conformemente alla volontà del Papa, il Visitatore deve garantire stabilità e direzione ai pellegrini e a coloro che si prendono cura delle loro anime. Perché sorge questa necessità se la pratica religiosa, per quanto riguarda la preghiera e l’amministrazione dei Sacramenti, è sostanzialmente più intensa che nelle altre parrocchie?

Forse la necessità di una direzione riguarda il problema, menzionato nell’agosto del 2017 dallo stesso arcivescovo Hoser,

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