Gli angeli

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di Padre Stefano M. Manelli, FI, – Anno XVIII. 1-2023 – sez. Theologica – p. 157-202

«L’esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l’unanimità della Tradizione» (CCC 328). Alla luce di quanto dichiarato dal Catechismo, l’Autore esegue un’accurata indagine che tratta le principali questioni dell’angelologia – esistenza, creazione, natura, intelletto, volontà degli angeli, differenze tra angeli buoni e cattivi, ecc. –, sulla base delle fonti certe della Sacra Scrittura, della Tradizione, degli scritti dei Padri della Chiesa e del magistero perenne della Chiesa, ma in un’ottica prevalentemente scotista.

Questa “piccola summa” sia un sussidio per conoscere meglio gli spiriti celesti, buoni e cattivi, per imitare i primi e fuggire i secondi, ma soprattutto per vivere già su questa terra come angeli di Paradiso.

1. L’ESISTENZA DEGLI ANGELI1

La Sacra Scrittura, nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, parla spesso degli angeli (aggeloi, mal’ak, messaggeri), dei figli di Dio, degli spiriti, dell’esercito celeste, dei demoni, ecc. Il nome di “angelo”, come già sant’Agostino nota, «è il nome dell’ufficio, non della natura»2 . Ma dal modo con cui gli angeli appaiono e agiscono secondo la Scrittura, è evidente che essi sono sostanze simili agli uomini, superiori per dignità e potestà, come dice san Pietro: «Gli  angeli, a loro superiori per forza e potenza» (2Pt 2,11).

L’esistenza degli angeli è negata dai sadducei (cf At 23,8: «I sadducei, infatti, affermano che non c’è resurrezione né angeli né spiriti»), dagli anabattisti, sociniani, naturalisti, panteisti, da alcuni razionalisti. Secondo loro la dottrina degli angeli è sostenuta da uomini incolti, a motivo della loro ignoranza delle leggi fisiche; gli angeli sarebbero delle personificazioni delle forze naturali, come lo erano le ninfe, ad esempio, per gli antichi. Oppure sarebbero il simbolo delle virtù e dei vizi, dei castighi e delle grazie di Dio.

Che gli angeli esistano lo afferma il Simbolo di fede del I Concilio Ecumenico del 325 a Nicea3 , e che siano entità distinte dagli uomini e dalle cose corporali è evidente dalla definizione del Concilio Lateranense IV:

«Dio […] creatore di tutte le cose visibili e invisibili, spirituali e materiali, che con la sua forza onnipotente fin dal principio del tempo creò dal nulla l’uno e l’altro ordine di creature: quello spirituale e quello materiale, cioè gli angeli e il mondo terrestre, e poi l’uomo. Quasi partecipe dell’uno e dell’altro, composto di anima e di corpo»4.

Tutta l’opera angelica, in sostanza, è indirizzata alla Somma Opera divina, al Verbo Incarnato, vertice e fine di tutto il creato.

«Si può dunque dire – come ha affermato anche il papa san Giovanni Paolo II – che gli angeli, come puri spiriti, non solo partecipano nel modo che è loro proprio alla santità di Dio stesso, ma nei momenti-chiave circondano il Cristo e lo accompagnano nell’adempimento della sua missione salvifica nei riguardi degli uomini»5 .

L’esistenza degli angeli è insegnata:

dalla Sacra Scrittura. Già il libro della Genesi fa spesso menzione degli angeli. Gn 3,24: Dio pose i cherubini davanti al Paradiso per respingere gli uomini. Gn 19,1ss: due angeli salvarono Lot dai sodomiti. L’“angelo del Signore”, di cui in altri passi parla la Sacra Scrittura, sembra che fosse la teofania di una persona divina6 . Nel libro di Giobbe si parla degli angeli come «figli di Dio» (Gb 1,6) che stanno alla sua presenza e anche a quella di satana. Similmente gli angeli sono ricordati in quasi tutti i libri dell’Antico e del Nuovo Testamento. Da questi testi ispirati appare evidente, però, la falsità della tesi dei razionalisti secondo cui i Giudei ereditano la dottrina sugli angeli dai sistemi religiosi dei Babilonesi e dei Persiani, poiché i libri della Genesi e di Giobbe conoscono la stessa dottrina sugli angeli dei libri scritti durante e dopo l’esilio babilonese;

– dalla Tradizione. Già san Clemente Romano, nella lettera ai Corinzi, scrive: «Prestiamo attenzione a tutta la moltitudine di angeli»7. E Origene gli fa eco: «Nella predicazione ecclesiastica vi è anche l’esistenza di certi angeli di Dio e di virtù buone, che lo servono per conseguire la salvezza degli uomini; ma in che modo essi siano stati creati o quali e come essi siano, non è detto in modo sufficientemente chiaro»8. Sant’Agostino poi afferma: «Per fede sappiamo che ci sono gli angeli, […] perciò non ci è lecito dubitare»9.

La ragione non può provare che gli angeli debbano esistere – poiché la creazione è un atto libero – né che realmente esistono, perché attraverso lo specchio del creato e la luce della nostra ragione possiamo solo dimostrare l’esistenza dello Spirito puro assoluto, non dello spirito puro creato. Tuttavia, possiamo almeno dimostrare che la loro esistenza è possibile, e anche molto probabile. Come sappiamo bene, infatti, la nostra anima è spirituale e può esistere separata dal corpo; quindi, ciò significa che è una sostanza finita assolutamente priva di corpo: per questo, una sostanza puramente spirituale è possibile. Inoltre, il mondo è immagine di Dio e sale gradualmente dalle cose inferiori alle superiori, per cui sembra opportuna l’esistenza degli spiriti puri, che sono ancora più perfettamente immagini di Dio rispetto all’anima nostra10. Anche i pagani, come i Greci, i Romani, i Persiani, i Germani, parlavano dei “geni”, dei demoni, ecc., ossia di entità inferiori a Dio e superiori agli uomini.

Il Dottore Angelico san Tommaso d’Aquino

A riguardo del Dottore Angelico è stato scritto molto autorevolmente che «san Tommaso d’Aquino porta il titolo di Dottore Angelico  per la superiorità della sua dottrina sugli angeli. E davvero, se negli altri trattati egli ha sorpassato tutti i filosofi e i teologi di prima e di poi, nell’angelologia ha superato se stesso. Il tocco del suo genio possente gli ha  impresso un carattere sistematico e metafisico, mai fino allora raggiunto»11.

San Tommaso insegna che l’angelo, fin dalla sua creazione, conoscendo ad evidenza la sua intima dipendenza dal Creatore, vuole amare  Dio sopra ogni cosa come suo principio e suo fine. Ma, rispetto al bene soprannaturale – quale è la “visione beatifica” –, l’angelo è invece sola “potenza”, e si sa che ovunque c’è “potenza” il male è sempre possibile.

Il peccato dell’angelo, spiega quindi san Tommaso, non può riguardare e versare su un oggetto intrinsecamente cattivo, ma deve riguardare  necessariamente un oggetto buono in sé. E in che cosa, allora, poteva realmente consistere il peso terribile del peccato per l’angelo? San Tommaso risponde: il peccato dell’angelo consistette nel volere il proprio bene al di fuori dell’ordine dei fini stabiliti dalla divina volontà, portandosi egli, quindi, con la sua volontà, su un oggetto di fine naturale senza riferirlo al fine soprannaturale12.

2. LA CREAZIONE DEGLI ANGELI

2.1. Gli angeli sono creati13

Questo è un dogma formale, definito dal Concilio Lateranense IV:

«Nella sua “onnipotente virtù”, non per aumentare la sua beatitudine né per acquisire perfezione, ma per manifestarla attraverso i beni che concede alle sue creature, questo solo vero Dio ha, con la più libera delle sue decisioni, “insieme all’inizio dei tempi, creato dal nulla l’una e l’altra creatura, la spirituale e la corporale”»14.

Anche il Concilio Vaticano I (sessione 3, c. 1, can. 4) condanna l’opinione secondo cui perlomeno gli enti spirituali finiti fossero emanati dalla divina sostanza15. Gli angeli sono dunque distinti dai demiurghi, eoni, dalla “mente “ e dal “verbo” di cui favoleggiano i platonici, gli gnostici, ecc., perché tutte queste realtà son dette emanazioni in certo modo confuse, aventi origine dal principio sommo16.

La Sacra Scrittura accenna alla creazione degli angeli nello stesso primo versetto della Genesi: «In principio Dio creò il cielo e la terra» (Gn 1,1). Infatti, “cielo” significa non solo le stelle, ma anche gli abitanti del cielo, coloro che vivono nel Regno ultraterreno. Daniele 3,57-58 prima dice: «Benedite opere tutte del Signore il Signore», e poi aggiunge: «Benedite angeli del Signore il Signore». Nel Nuovo Testamento san Paolo scrive: «In Lui [il Figlio di Dio] sono state create  tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, visibili e invisibili, i troni e  le dominazioni, i principati e le potestà» (Col 1,16).

La Tradizione attesta, col Simbolo di Nicea, che Dio è «creatore delle cose visibili ed invisibili»17. Contro gli ariani, i Santi Padri affermano che il Figlio e lo Spirito Santo non sono stati fatti dal nulla, come invece sono stati fatti gli angeli.

 

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