Alcune note a margine del Breve Trattato sulla Divina Provvidenza di Roberto de Mattei

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di Giovanni Tortelli, – Anno XVII. 2-2022 – sez. Commentaria – p. 187-191

Il mondo mostra oggi una finitudine insensata che rischia come non mai di offuscare la vista della fede, una finitudine che la Chiesa deve combattere non con le stesse armi del mondo né sedendosi a compromesso col mondo, ma con l’autentica dottrina che oggi più di sempre deve essere «gridata dai tetti» (Mt 10,26-33).

Mi sembra doveroso, perciò, rendere onore all’Opera omnia di Roberto de Mattei, che negli anni tanto ha contribuito coi suoi studi di apologetica, di storia religiosa, di diritto, di ecclesiologia, di teologia, di filosofia politica e di filosofia della storia, a diffondere ovunque la sana dottrina cattolica. Il professor de Mattei s’impone come uno dei principali maestri nel panorama cattolico, di cui la Chiesa ha più che mai bisogno nell’epoca attuale.

Il Breve Trattato sulla Divina Provvidenza (Edizioni Fiducia, Roma 2022), la più recente nella sterminata produzione letteraria e divulgativa dello studioso, si colloca a pieno diritto nell’apologetica classica, ed è un’opera di straordinaria importanza per la materia trattata: de Mattei ci fa entrare nell’ordine dei divini misteri e nell’Ordine “per essenza” della creazione, che è solo – e può esser solo – Ordine divino.

L’opera è però straordinaria anche in considerazione dell’epoca attuale in cui interviene, un’epoca ormai definita dallo strapotere della tecnologia che manipola il linguaggio trasformandolo in informazione, spesso riducendolo a mero supporto per la trasmissione di dati con effetti massificanti, e che vanifica la realtà a “cosa” senza spessore, senza profondità, senza prospettiva, oggetto misurabile e programmabile, ben altro che “ens” nell’ordine divino del creato. Un mondo sempre più tecnocratico e un uomo sempre più tecnologico oggi eludono le domande poste dalla fede rivelata, si allontanano – ut Deus non daretur – dalla via salvifica della Chiesa, e non rispondono più all’Ordine divino della creazione.

Ecco perché l’importanza del Breve Trattato sulla Divina Provvidenza di Roberto de Mattei, alla fine, si definisce da sola.

L’opera presenta una struttura complessiva che richiama le quæstiones della Scolastica, si articola infatti in tre solidi capitoli fondati su un forte impianto analitico in base al quale la materia viene esposta, poi considerata nel suo contrario, e infine rilanciata in una explanatio finale.

Così, dai principi di un ordine divino universale e dai rapporti di causalità fra Creatore ed enti del creato (c. I), si passa a ciò che è contrario all’ordine di Dio (c. II), per arrivare infine allo “svelamento” della divina Provvidenza col compimento delle promesse del Vecchio e del Nuovo Testamento (c. III).

L’esordio è subito illuminante. La divina Provvidenza è Dio stesso, considerato in una delle sue infinite perfezioni. Ma l’uomo è abituato a cogliere solo alcune di queste divine perfezioni, e la prima che egli coglie è l’Essere di Dio che si rivela, “Dio-che-è” (cf Es 3,14), Dio che è unità e principio di tutte le cose.

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